Domande frequenti

COME NASCE IL COMUNE UNICO?
Ci sono due strade. I comuni possono costituire un’unione, che riguarda solo i servizi comunali e l’organizzazione degli uffici e poi andare alla fusione alla luce dei risultati di un referendum consultivo indetto dalla Regione. Il referendum deve ottenere una partecipazione superiore al 50% dei cittadini e una percentuale maggioritaria di voti favorevoli in ciascuno dei comuni che partecipano alla fusione. Un’alternativa è procedere direttamente alla fusione chiedendo subito l’indizione del referendum popolare.

E I POMPIERI, LE ASSOCIAZIONI?
La nascita di un comune unico non riguarda l’organizzazione delle associazioni, dei corpi dei vigili del fuoco, delle Pro Loco. Continueranno nella loro meritoria attività con il supporto di una struttura pubblica più forte e organizzata meglio.

COSA ACCADRA’ AI DIRITTI DI USO CIVICO?
I diritti di uso civico sono regolati da norme di settore, che non vengono modificate per effetto della fusione.

E AI DIRITTI DI CACCIA E DI PESCA?
Anche diritti di caccia e di pesca sono disciplinati da norme particolari e quindi non subiranno modifiche dalla fusione dei comuni, a meno che queste non vengano richieste dagli stessi cacciatori e pescatori.

MA I PICCOLI COMUNI COME SARANNO RAPPRESENTATI?
Nel primo consiglio comunale nato dalla fusione la legge regionale prevederà la partecipazione di rappresentanti provenienti da tutti gli otto ex comuni. Dopo i primi cinque anni le elezioni si svolgeranno in modo ordinario.

C’E’ UN SOSTEGNO REGIONALE PER I COMUNI CHE SI FONDONO?
Per i comuni che procedono direttamente alla fusione è previsto un contributo annuo regionale in base al numero dei comuni coinvolti. Nel nostro caso, il contributo annuale sarebbe pari a circa 330mila euro per 20 anni, per un totale complessivo stimato di 6,6 milioni di euro sulla spesa corrente, cioè quella “di funzionamento” del comune e dei servizi. é inoltre previsto un contributo una tantum per le spese di investimento pari a 160mila euro.

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